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Regia: Emma Dante

Attori: Alissa Maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna, Susanna Piraino, Serena Barone

Genere: Drammatico

Durata: 94 minuti

CON GRANDI ATTRICI E POCHI MEZZI, EMMA DANTE INCARNA IN UNA FAMIGLIA IL FOLGORANTE SENTIMENTO DELLA VITA.
Recensione di Marzia Gandolfi

C’è una terrazza a Palermo dove riparano le colombe e vivono le sorelle Macaluso. Maria danza, Pinuccia ama, Lia legge, Katia dispone, Antonella osserva. Le osserva azzuffarsi, truccarsi, inventarsi le giornate e rimandare la miseria. Antonella è la più piccina e intorno a lei ruota il mondo delle sorelle maggiori. Un giorno d’estate la portano ‘a Charleston’, un mare privato dove si bagnano incoscienti che la vita qualche volta bara. È un attimo e Antonella diventa il loro errore fatale, il loro segreto, il loro rimorso.

C’erano una volta cinque sorelle e un’autrice che scrive(va) le sue storie sui corpi. Corpi che corrono nudi sullo schermo, corpi imperfetti sotto i capelli legati e poi slegati, dentro i ‘costumi’ sciolti e poi allacciati.

Le sorelle Macaluso racconta la storia semplice di una famiglia che consuma la tragedia in un giorno d’estate. Un gioco infantile ha spogliato quel gineceo abbagliante del suo cuore e adesso non resta che odio, rimorso, vergogna e nel fondo ancora tanto amore. Non è bastato quel pupo appeso, cavaliere di racconti leggendari, a proteggere Antonella dalla malasorte. Ma l’opera dei pupi dona una dimensione epica alla lotta quotidiana di cinque sorelle dalla vitalità irriducibile.

Con grandi attrici e pochi mezzi, Emma Dante sorprende Palermo da una fessura o da un foro, incarnando il folgorante sentimento della vita. La m.d.p. cattura i piccoli oggetti dell’infanzia e quelli di un matriarcato che ha messo alla porta il patriarcato, lasciando le chiavi nella serratura. Per entrare serve che Pinuccia ci apra, serve guadagnarsi un posto a tavola, una tavola apparecchiata con le rose e i ‘piatti buoni’ delle occasioni speciali.

Balocchi, rossetti, centrini, stampe, tele, lampadari vetusti, Emma Dante ha pescato il décor dalla “grande sorella Speranza” di Gozzano. Perché giova sempre la speranza nella disperazione. E di quel sentimento di fiduciosa attesa, le sorelle Macaluso ne hanno da vendere con le colombe volate fuori casa come in una ballata di De André.

Al centro del cinema e del teatro militante di Emma Dante c’è sempre la classe popolare e la miseria sociale, senza miserabilismo, senza pathos. C’è ancora il corpo a corpo ostinato col nucleo familiare, la carne e il sangue, mai astratti e mai triviali nella loro crudezza. Serrate come una banda musicale, le sue sorelle si sollevano e precipitano in un solo movimento fluido che confluisce d’estate nell’inverno deandreiano, interpretato da Franco Battiato. È la sua voce pura e morbida, quasi serafica, a donare alla promenade delle sorelle un tono celeste.