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VENERDI’ 30 LUGLIO

Proiezione unica ore 21.30

Regia: André Erkau

con: Sinje Irslinger, Max Hubacher, Heike Makatsch, Til Schweiger, Jürgen Voge

Genere: Drammatico

Durata: 98 minuti

UN ROAD MOVIE IN CUI ‘LE SOSTE FUORI PROGRAMMA SONO LE MIGLIORI’: UNA PERFETTA METAFORA DELLA VITA.
Recensione di Paola Casella

Steffi ha appena finito il liceo e si appresta ad intraprendere la carriera di poliziotta quando le viene diagnosticata una malattia terminale. Avrebbe dovuto partire dal suo paesino rurale in Germania alla volta di Parigi insieme ai compagni di scuola e al fidanzatino, con cui aveva programmato di trascorrere la sua prima notte d’amore, ma la madre le sequestra soldi e documenti affinché si sottoponga al percorso chemioterapico. Steffi però fugge e incontra Steve, un motociclista che lavora (controvoglia) in un circo e ha altrettanta voglia di scappare dalle sue circostanze: insieme inizieranno un percorso che farà capire loro che cosa conti davvero nella vita.

Basato su una storia vera, Io rimango qui appartiene al filone sick romance ma ha uno svolgimento diverso dal solito, perché la componente romantica non è necessariamente quella principale. Lungo la via infatti Steffi farà altri incontri illuminanti e verrà inseguita dai genitori, padre pastore protestante e madre veterinaria, che non sanno come affrontare la malattia della ragazza.

Il film, scritto sulla base di un romanzo e diretto dal regista tedesco André Erkau, si dipana come un road movie in cui “le soste fuori programma sono le migliori”, il che ovviamente lo rende una metafora della vita da vivere appieno, indipendentemente da quanto possa durare.

Temi difficili come il controllo che ognuno esercita o meno sul proprio corpo o la capacità di lasciar andare qualcosa (o qualcuno) che si ama vengono trattati con una misura di leggerezza che li rende digeribili, senza cedere al melodramma: i dialoghi fra Steffi e Steve ad esempio sono improntati alla sfida reciproca e rifuggono il melenso, così come le reazioni dei genitori della ragazza sono oneste nel denunciare l’inadeguatezza degli esseri umani di fronte ad una situazione intollerabile.

Il messaggio è quello che la vita va amata “e non da domani e o tra un mese, ma senza riserve e subito”. Niente di nuovo, ma raccontato con un tocco surreale accattivante e con un genuino intento di rendere omaggio ad una vita terminata prematuramente. Anche l’idea di accostare la voglia di vivere di Steffi a quella di rinunciare alla vita di Steve non è nuova (si pensi a Gli amanti del Pont Neuf) ma è sviluppata in modo curioso.